Il CONDAV - Effetti cancerogeni aspartame



 

Environmental Health Perspectives pubblica “Prima dimostrazione degli effetti cancerogeni multipotenti dell’aspartame somministrato nel cibo a ratti”, conferenza stampa a Firenze il 24 novembre

 

La cancerogenicità dell’aspartame, un dolcificante artificiale molto diffuso, è stata studiata nei laboratori sperimentali del Centro di Ricerca sul Cancro della Fondazione Europea di Oncologia e Scienze Ambientali “B. Ramazzini” di Bologna.

L'articolo su “Prima dimostrazione degli effetti cancerogeni multipotenti dell’aspartame somministrato nel cibo a ratti Sprague-Dawley” è stato accettato per pubblicazione questa settimana dalla rivista scientifica peer-reviewed “Environmental Health Perspectives” (EHP).

11/23/2005

Premessa

Molti oli vegetali possono essere usati in sostituzione del gasolio come carburante in motori diesel. Molto sommariamente le possibilità di uso sono due:

1.       Olio trasformato in "biodiesel" tramite il processo chimico della esterificazione, usabile in modo diretto in tutti i motori diesel. Nel processo di produzione/consumo, vi è alta complessità e maggiori costi a monte (sistema di trasformazione industriale dell'olio) e bassa complessità a valle (uso diretto)

2.      
Olio grezzo, usabile in motori diesel in miscela fino al 30% con gasolio, o puro al 100%, tramite kit di modifica del motore. Nel processo di produzione/consumo, vi è bassa complessità e minori costi a monte (sistema di trasformazione semplice) e alta complessità a valle (uso tramite kit di trasformazione dei motori).

In termini di economia di scala è preferibile il primo processo perchè i costi sono molto minori.
Per un introduzione generale ai biocarburanti, si può leggere lo studio del Dipartimento di Chimica dell'Università di Siena:

http://socialforge.net/docs/ita/eco/biocarburanti/biocarburanti_unisiena.pdf

 

Esiste un modo di produzione dell'olio "tradizionale" che è quello da piante da semi, ed uno più innovativo tramite alghe. I motivi della scelta di quest'ultimo verranno illustrati in seguito.

Sia nel caso delle piante da semi che nel caso delle alghe, complessivamente il processo di produzione/consumo dovrebbe essere a bassissimo impatto ambientale e presumibilmente "CO2 free" (emissione zero) in quanto la captazione di CO2 dall'atmosfera, nel corso della fotosintesi clorofilliana delle piante in crescita dovrebbe sopravvivere od equivalere al CO2 emesso in atmosfera dalla combustione nei motori diesel. E inteso quindi che un processo del genere sarebbe quantomeno uno strumento di applicazione pratica del Protocollo di Kyoto sulle emissioni.

Oltre al basso impatto ambientale, il biodiesel ha anche basso impatto sulla salute umana, come si evidenzia in questo studio del Dipartimento di Tossicologia Ambientale della Università della California di Davis:

http://journeytoforever.org/biofuel_library/UCDavisSumm.html

 

23.11.2005