La ricercatrice Margot
Sunderland ribalta le vecchie teorie
in culla da soli i piccoli
accumulano ansia e stress
Nel
lettone da bimbi
più sani da adulti
Studio inglese: "Lasciateli
dormire con voi fino a cinque anni"
dal nostro corrispondente
ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - E'
il dilemma che segue il fatidico "bacio della
buona notte": cosa fare quando un figlio di pochi
mesi o pochi anni stringe disperatamente la mano
del genitore, perché nonostante ninne-nanne,
carillon e carezze rifiuta di dormire da solo? La
scuola di pensiero dominante, fino ad ora, è stata
che mamma e papà devono farsi forza, chiudere la
porta della camera da letto del bambino, resistere
alla tentazione di correre in suo soccorso non
appena scoppia a piangere, e continuare così fino
al momento in cui, dopo giorni, settimane o mesi a
seconda dei casi, il figlio si abitua a giacere
abbandonato nell'oscurità, smette di strillare e
impara a dormire per conto proprio.
Ma esistono anche pareri diversi e adesso, a
rafforzarli con l'autorevolezza della scienza,
giunge dalla Gran Bretagna l'indicazione di una
delle massime autorità in materia di psicologia
infantile. Margot Sunderland, direttrice del
Center for Child Mental Health di Londra,
consiglia ai genitori di respingere l'opinione
dominante e permettere ai bambini di dormire nel
"lettone", con papà e mamma, sino all'età di
cinque anni. Questa abitudine, chiamata in inglese
"co-sleeping" (dormire insieme), afferma la
dottoressa, rende più probabile che i bambini
diventino degli adulti calmi, sani ed emotivamente
equilibrati.
Autrice di una ventina di libri sulla psicologia
dell'infanzia, Margot Sunderland, presenta la sua
teoria in un nuovo volume, "The Science of
Parenting" ("La scienza di fare i genitori"), di
cui il Sunday Times ha anticipato ieri le
conclusioni. La nuova opera, basata secondo
l'autrice su 800 studi scientifici, afferma che
l'uso comune in Gran Bretagna e in altri paesi
occidentali di abituare i bambini a dormire da
soli da quando hanno soltanto poche settimane di
vita è "dannoso, perché la separazione dai
genitori aumenta il flusso di ormoni dello stress
come l'idrocortisone".
La sua scoperta, come lei stessa la definisce, si
fonda su progressi compiuti negli ultimi vent'anni
sulla comprensione di come si sviluppa il cervello
dei bambini, in particolare su studi che usano lo
scanner per analizzare come reagisce il cervello
in determinate circostanze. Per esempio, uno
studio neurologico di tre anni fa, citato dal suo
libro, rivela che un bambino separato dai genitori
ha un'attività cerebrale simile a quella provocata
dal dolore fisico.
"Quello che ho fatto con questo libro è presentare
il problema dal punto di vista scientifico", dice
la dottoressa Sunderland per difendere la sua
teoria. "C'è un tabù in questo paese sul dormire
con i figli. Eppure, studi fatti in ogni parte del
mondo dimostrano che dormire insieme ai figli fino
all'età di cinque anni è un investimento nel
futuro del bambino, mentre non esiste alcuno
studio che dimostra che lasciare piangere i
bambini fa loro del bene". Come minimo, osserva il
Times, il suo intervento riapre il dibattito
sull'argomento.
La Repubblica 15 maggio 2006
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