Il CONDAV - Cellule staminali stabilizzano impianti alle anche



CELLULE STAMINALI STABILIZZANO IMPIANTI ALLE ANCHE

 

Le cellule staminali aprono nuovi scenari anche in ortopedia. Grazie a una “gelatina” composta da queste unità e spalmata su una protesi dell’anca, viene facilitata la ricrescita dell’osso e migliorata la stabilità dell’impianto negli anni. Questo metodo di ultima generazione è stato presentato a Milano nei giorni scorsi, durante il Congresso della società italiana dell’anca. “Circa 70 centilitri cubici di liquido midollare sono stati prelevati con una siringa dal midollo osseo dell'ala iliaca del paziente”, ha spiegato l’ideatore dell’operazione, il professor Gianni Randelli. “Tutto ciò per separare la componente cellulare, che contiene alcune cellule staminali, dalla parte liquida. Il campione è stato poi trasferito su un filtro di acido iarulonico e attraverso questo procedimento si è ottenuto un gel con cui cospargere la parte di protesi che verrà poi inserita nell’osso”. In questa maniera le cellule staminali “hanno aiutato a riformare il tessuto osseo intorno alla protesi saldandola al femore”.

 

La nuova metodica rappresenta un modo del tutto inedito per migliorare la stabilità della protesi all’anca e, soprattutto, la qualità della vita del paziente. Infatti se, come ha ricordato Randelli, la durata media di un impianto comune è di circa 5-8 anni e quella di una protesi al titanio sabbiato può arrivare addirittura a 20 anni, l’integrazione di impianti di questo ultimo tipo con le cellule staminali potrebbe portare a soluzioni definitive, che possono essere conservate fino a 30-40 anni o anche di più. Per il momento, però, solo 20 persone sono state operate utilizzando questa tecnica e nei prossimi mesi gli esperti capiranno se la ricostruzione dell’osso intorno alla protesi è avvenuta in modo regolare. Randelli ha ricordato infine come le cellule staminali usate per questo tipo di interventi siano state prelevate dal midollo osseo del paziente stesso: “Non sono insomma embrionali, ma staminali adu lte, già programmate per diventare osso o cartilagine”.

 

2 febbraio 2006